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IL PENSIERO DEL NATALE NEL MITO DI ISIDE E HORUS

La comprensione monoteista originaria dei Misteri egizi

di Judith von Halle

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Argomento

I Misteri egizi ci sembrano i più lontani nella loro essenza dall’evento del Cristo, che non ad esempio gli antichi Misteri del popolo ebraico. Se infatti c’immergiamo nell’atmosfera della Natività ed evochiamo la nascita del bambino Gesù, non avremmo affatto l’idea di collegare queste idee primigenie del Cristianesimo ai Misteri dell’antico Egitto. L’Autrice si focalizza su di un aspetto di grande interesse della concezione egizia di Dio - una concezione monoteista e contemporaneamente trinitaria del divino - partendo dalle emanazioni di Ra, Iside-Osiride-Horus, e riferendosi in particolare a due Faraoni: Hatshepsut, un rarissimo caso di Faraone-donna, e Akhenaton antesignani nella comprensione del Natale cristiano


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1 Pretesto per leggerlo

"A On, l’antica Eliopoli della fine della quarta e dell’inizio della quinta dinastia, il culto di Iside comportava l’adorazione di una trinità. Questa trinità era costituita dalla dea Iside, dal dio Osiride e dal fglio di Iside e Osiride. In quell’epoca antica, tuttavia, al fglio dei due Dèi non si attribuì il nome che gli viene dato a priori quando si pensa a Iside e a Osiride, e cioè Horus, ma quello di “Harsiesis”: nome poco conosciuto oggi. Nel bambino divino “Harsiesis”, gli iniziati dell’oracolo solare di On contemplavano il Logos. Vedevano in Harsiesis il Logos in quello stadio della sua evoluzione in cui era precisamente sul punto di lasciare il trono solare, per dirigersi dalla sfera di Dio-Padre verso quella della Terra. Quando gli iniziati di On contemplavano le profondità del cosmo spirituale percepivano il Logos nel momento in cui era ancora lontano dalla Terra. Nell’osservare Harsiesis approssimarsi lentamente alla Terra fsica, non fu che più tardi – con il trascorre delle epoche che seguirono – che si vide il Bambino divino raggiungere progressivamente la maturità di quel fanciullo che ricevette, solo più tardi, il nome di “Horus”. Harsiesis era il Logos che diveniva lentamente “il giovane Horus”. Per questa ragione si rappresentava Harsiesis come un bambino con la testa di falco. Il falcone – che divenne più tardi la rappresentazione di Horus – era il simbolo di un essere divino che si avvicinava alla Terra, per così dire, “in picchiata”. "Judith von Halle


Autrice:

Judith von Halle, nata a Berlino nel 1972, vive parte della sua giovinezza in Israele e negli Stati Uniti, riceve una rigorosa formazione tecnico-scientifica, si impegna nella vita professionale come ingegnere e architetto, oltre alle sue anteriori doti di veggenza e alle sue conoscenze scientifico spirituali – per alcuni anni è stata Segretario della Società antroposofica di Berlino – è conosciuta per aver ricevuto nel Venerdì Santo del 2004, a 33 anni, le stimmate.