Argomento
Il presente volume di Judit von Halle, rende accessibili al moderno modo di conoscere dell'uomo tre temi essenziali, tutti collegati a quanto si svolse duemila anni fa in Palestina, e che si è soliti definire in sintesi come Mistero del Golgota: la Via Crucis e il Corpo di Resurrezione, il colpo di lancia e il Sangue del Graal, le cadute sulla via e le parole sulla croce del Redentore. Nell’epoca in cui l’individuale coscienza di essere un “Io” si va sempre più rafforzando, antiche modalità del conoscere umano (basate in particolare sulla fede) non sono più in grado di trasferire i propri contenuti ad un’Umanità che si è “scientificamente” emancipata dalle tradizioni religiose preesistenti, d’Oriente e d’Occidente. Un tempo, il solo ascoltare il racconto di una delle parabole dei Vangeli cristiani infiammava direttamente gli animi alla fede che spostava le montagne e convertiva le masse, mentre oggi questo può soltanto avvenire attraverso la mediazione di una conoscenza nuovamente capace di riaccenderla. Secondo l’Autrice: «Quando però si è deciso d'interiorizzare e coltivare la Scienza dello Spirito come mezzo adeguato per acquisire una coscienza spirituale moderna, ci si è anche votati direttamente a una attività di conoscenza verso il Mistero del Golgota». La fonte delle sue considerazioni è duplice. Da una parte, attraverso la stigmatizzazione avvenuta il venerdì santo del 2004, Judit von Halle è stata messa in grado di assistere agli eventi sul Golgota come fosse presente di persona. Lei stessa lo sottolinea: «Non si tratta dunque di visioni o di pure apparizioni, non si tratta neppure d’immaginazioni, ma dell’esperienza vivente di quanto accadde effettivamente sulla Terra. (…) ogni senso - così come è a nostra disposizione allo stato di veglia - partecipava a queste percezioni. Così, è stato anche possibile, ad esempio, avvertire il freddo o il calore o il suolo sotto i piedi». D’altra parte, al lettore sarà facile riconoscere in quale senso la descrizione degli avvenimenti storici lasci il posto ad un’ottica specifica alla Scienza dello Spirito. L’ulteriore fonte dei contenuti delle descrizioni, infatti, è del tutto differente ma non di meno autentica, come osserva l’Autrice: «Questa seconda forma di percezione spirituale non è affatto un effetto dell’avvenimento della stigmatizzazione. Essa esisteva già precedentemente. Si è tutt’al più rafforzata progredendo nel tempo. (…) Così, la forza di conoscenza sovrasensibile ha potuto essere in questo caso, l’utensile adeguato per illuminare gli sfondi spirituali degli avvenimenti storici che si sono svolti nel mondo sensibile. (…) E quando nell’esposizione sono le conoscenze di Rudolf Steiner e non le mie ad essere riportate, questo è chiaramente indicato nel testo».
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