Argomento
Il Calendario dell’anima antroposofico (Anthroposophischer Seelenkalender) è nato in seguito ad una domanda di Imma von Eckhardtstein: «È possibile creare un calendario per il lavoro interiore quotidiano?» posta a Rudolf Steiner nella primavera del 1911.
A Pasqua del 1912 la risposta del Dottore era pronta: un calendario giornaliero nella prima sua parte, con immagini dello zodiaco create a nuovo, e nella seconda parte 52 massime settimanali.
Momento e anno significativi, come sottolinea Iannarelli: «Il Calendario dell’Anima è stato scritto nel 1912. Quindi 33 anni dopo il 1879 (inizio dell’epoca di Michele) o 1879 anni dopo il 33 d.C. (evento del Golgotha)».
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1 Pretesto per leggerlo
"Queste le indicazioni date da Rudolf Steiner nella sua Prefazione alla prima edizione: «Nel presente calendario annuale dell’anima, lo Spirito umano è concepito in modo tale da poter sentire nell’atmosfera delle diverse stagioni, di settimana in settimana, il lavorío della propria anima in immagine, attraverso le impressioni del corso dell’anno. Si è pensato ad una autoconoscenza che sente. Nei caratteristici versetti settimanali dati qui, questa autoconoscenza che sente può sperimentare, attraverso il tempo, il corso della vita dell’anima come un alcunché di atemporale. Sia detto espressamente che con ciò si è pensato ad una via di autoconoscenza. Non devono però essere date ‘prescrizioni’ secondo il modello di teosofi pedanti, bensí viene piuttosto additato il vivo lavorío dell’anima, cosí come potrebbe attuarsi.
Tutto ciò che è destinato alle anime assume colorazione individuale. Proprio per questo ogni anima troverà la propria via a contatto con una via tracciata in modo individuale».
La dimensione scelta da Mario Iannarelli per armonizzare le sue ‘digressioni’ sulle le 52 settimane del Calendario dell’Anima è quella ciclica: «L’anno del Calendario dell’Anima umana è rappresentato da un andamento ciclico a lemniscata (simbolo dell’infinito ‘∞’), che ha un inizio ed una fine nel punto di incrocio non coincidenti tra loro, né spazialmente né temporalmente».
Punto di incrocio o di riflessione che divide a metà la Primavera nei versi della 1a settimana e della sua complementare 52a, e ‘complementarità polare’ che prosegue nei versi della 2a con la 51a, nei versi della 3a con la 50a e cosí via fino alla 52a con la 1a. Questa edizione, oltre alle incisive ‘digressioni’ di Iannarelli sulle 52 massime, si avvale per ognuna di loro, a commento iconografico, di un dipinto di Marina Sagramora: sono più di100, oltre alla copertina."
Autore:
Mario Iannarelli Nato a Roma il 10 giugno del 1941. Dopo il 35° anno, l’incontro con l’Antroposofia gli ha consentito di sviluppare un interesse sempre più cosciente, verso la comprensione della natura in senso lato, e dell’uomo inteso nella sua complessità corporea, animica e spirituale. Dopo un periodo di studio dell’Antroposofia durato quattro settenni si è deciso di svolgere, con spirito di servizio, pubblica opera di diffusione della Scienza dello Spirito a carattere antroposofico. Dal 2004, superato il nono settennio d’età, spinto da motivi interiori e dalle molte richieste che gli pervenivano, ha deciso di riversare anche in opere scritte quanto, fra i suoi uditori, riscuoteva maggior interesse.